2025-09-22 HaiPress
Rigore e coerenza da una parte,
profonda umanità dall'altra: fu questo il servizio reso alla
magistratura da Rosario Livatino,"il giudice ragazzino" ucciso
dalla mafia il 21 settembre 1990,primo magistrato beato nella
storia della Chiesa cattolica,proclamato tale il 9 maggio 2021
dopo che le autorità vaticane hanno giudicato quel delitto
commesso anche "in odio alla fede" praticata dallo stesso
Livatino.
Un "autentico testimone dei valori della nostra Repubblica"
lo ha definito oggi,in occasione dei 35 anni dall'omicidio,il
presidente della Repubblica Sergio Mattarella,sottolineando che
coltivare la memoria del giudice "significa ricordare l'impegno
a cui tutti siamo chiamati per affermare istituzioni a servizio
della dignità della persone,contro ogni forma di criminalità".
Livatino è "un eroe che non piegò mai la testa" e che "ha messo
legalità e giustizia davanti alla propria vita" ha aggiunto la
premier Giorgia Meloni rivendicando come il governo da lei
guidato "fin dal primo momento ha combattuto la mafia". Per il
ministro della Giustizia Carlo Nordio,l'esempio del giudice
ammazzato dalla mafia,"un eroe e un santo,- lo definisce -
sarà difficile da emulare". Di "giudice giusto" parla la
presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo mentre il
presidente del Senato Ignazio La Russa fa notare che il suo
ricordo "non è solo memoria ma costante richiamo all'impegno
contro ogni forma di mafia".